Piano di salvataggio

Oggi lo stato di salute del nostro Servizio Sanitario Nazionale è gravemente compromesso da quattro patologie: definanziamento pubblico (nel periodo 2010-2019 tra tagli e - € 37 miliardi); ampliamento smisurato del “paniere” dei nuovi LEA, non ancora esigibili in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale; sprechi e inefficienze che si annidano a tutti i livelli erodendo preziose risorse; espansione incontrollata del secondo pilastro, che aumenta la spesa sanitaria e le diseguaglianze sociali, alimenta il consumismo sanitario e rischia di danneggiare la salute.

Il SSN, acciaccato da queste patologie ingravescenti, vive poi in un habitat fortemente influenzato da due fattori ambientali: un clima non particolarmente salubre che contribuisce a generare iniquità e diseguaglianze, conseguenti sia alla (non sempre leale) collaborazione tra Governo e Regioni a cui è affidata la tutela della salute, sia alla modalità di governance Stato-Regioni e Regioni-Aziende sanitarie; “azionisti di maggioranza” inconsapevoli del patrimonio comune e incuranti della sua tutela, ovvero cittadini che da un lato ripongono aspettative irrealistiche nei confronti di una medicina mitica e di una sanità infallibile, condizionando la domanda di servizi e prestazioni (anche se inefficaci, inappropriate o addirittura dannose), e dall’altro non accennano a cambiare stili di vita inadeguati che aumentano il rischio di numerose malattie.

Se è vero che non esiste alcun piano occulto di smantellamento e privatizzazione del SSN, senza dubbio emerge l’assenza di un preciso programma politico per il suo salvataggio. Considerato che non potrà essere il futuro a prendersi cura del SSN, la Fondazione GIMBE ha dunque messo nero su bianco un dettagliato “piano di salvataggio”, la cui attuazione viene strettamente monitorata dal nostro Osservatorio.

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METTERE LA SALUTE AL CENTRO DI TUTTE LE DECISIONI POLITICHE non solo sanitarie, ma anche ambientali, industriali, sociali, economiche e fiscali

AUMENTARE LE CAPACITÀ DI INDIRIZZO E VERIFICA DEL GOVERNO SULLE REGIONI nel rispetto delle loro autonomie per ridurre diseguaglianze, iniquità e sprechi

RILANCIARE IL FINANZIAMENTO PUBBLICO PER LA SANITÀ, in maniera consistente e stabile

RIDISEGNARE IL PERIMETRO DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA secondo evidenze scientifiche e princìpi di costo-efficacia

INTRODURRE INNOVAZIONI DIGITALI DI PROVATA EFFICACIA per migliorare accessibilità, equità ed efficienza in sanità

DISCIPLINARE L’INTEGRAZIONE PUBBLICO-PRIVATO E LA LIBERA PROFESSIONE secondo i reali bisogni di salute della popolazione

AVVIARE UN PIANO NAZIONALE PER RIDURRE SPRECHI E INEFFICIENZE e reinvestire le risorse recuperate in servizi essenziali e vere innovazioni

COSTRUIRE UN SERVIZIO SOCIO-SANITARIO NAZIONALE, perché i bisogni sociali condizionano il benessere delle persone, soprattutto quelle affette da malattie croniche

INVESTIRE SUL PERSONALE SANITARIO, con adeguate politiche di retribuzione e di programmazione del fabbisogno e coraggiose riforme su formazione e valutazione delle competenze professionali e manageriali

REGOLAMENTARE LA SANITÀ INTEGRATIVA per evitare derive consumistiche, rischi di privatizzazione del SSN e aumento delle diseguaglianze

POTENZIARE L’INFORMAZIONE ISTITUZIONALE per promuovere sani stili di vita, ridurre il consumismo sanitario e contrastare le fake news

DESTINARE ALLA RICERCA CLINICA E ORGANIZZATIVA almeno l’1% del fabbisogno sanitario nazionale

RIMODULARE TICKET E DETRAZIONI FISCALI PER SPESE SANITARIE, secondo princìpi di equità sociale e prove di efficacia di farmaci e prestazioni